Silvia Romano e la sua conversione all’Islam

In I miei Editoriali, Timbro e firma by Hagar Lane

DOMANDA: Trovi plausibile che Silvia Romano si sia convertita volontariamente all’islam?

Un lungo periodo di isolamento forzato può generare qualsiasi effetto, che il mondo esterno giudica spesso in modo diverso rispetto a chi ha vissuto l’esperienza dell’isolamento sulla propria pelle.

Per me conta solo ciò che dice la persona che è stata sequestrata, se le sue dichiarazioni sono sentite e dette in totale libertà, senza costrizioni di alcun tipo, e non certamente il giudizio del resto del mondo su scelte di vita che riguardano esclusivamente Silvia, nella fattispecie.

Ritengo che si possano fare mille supposizioni su come e perché sia avvenuto un cambiamento in una persona che per lungo tempo è rimasta sotto sequestro SOLO se quel cambiamento è chiaramente negativo per Silvia e/o per la società.

Faccio degli esempi, per capirci: se Silvia fosse tornata traumatizzata, senza più l’uso della parola, o avesse detto che voleva arruolarsi nelle bande armate dei suoi sequestratori, o fosse tornata con evidenti turbe psichiche, convinta che tutto il mondo si sarebbe dovuto convertire all’Islam, ad esempio, o che la Jihād era cosa buona e giusta… allora sì, ci si sarebbe dovuti chiedere come e perché era tornata in quello stato e sarebbe stato doveroso aiutarla a tornare ad essere la Silvia che era prima del sequestro.

Se, invece, Silvia torna serena ed equilibrata, e semplicemente ha cambiato religione, se non sta facendo male a nessuno, né a se stessa né agli altri, allora beh, l’unica cosa che è sbagliata in questa faccenda è proprio l’esigere da lei una spiegazione, piuttosto che fare mille congetture al riguardo e che non spetta a nessuno fare, o peggio ancora… minacciarla e insultarla nei social, al punto che si sta pensando di affidarle una scorta. Ecco, in questo caso, ritengo che i problemi mentali siano da cercarsi nelle teste di chi la sta insultando e minacciando, e non in Silvia.

Aggiungo una riflessione: Perché non ci si scandalizza mai nei confronti di chi passa dall’islam al cattolicesimo? Perché non ci si scandalizza se un uomo si converte all’islam? Voglio dire che è evidente, almeno per me, che alcuni (leggi: tanti) considerano implicitamente la religione cattolica una cosa bella e buona, mentre l’islam una cosa brutta e cattiva. Ma è questo arroccarsi nella propria religione e vedere il nemico in chi professa una religione diversa che ha creato nei secoli le guerre più feroci dell’umanità, oltre che aver diffuso nel mondo un tasso di infelicità che definisco “immenso”. Pensiamo solo agli estremisti cattolici americani che di recente hanno lanciato a Papa Francesco le accuse più terribili che si possano immaginare (eretico, distruttore della Chiesa, demonio, etc.) solo perché ha onorato la Madre Terra delle più antiche tradizioni sapienziali, ancora vive nella foresta amazzonica e in altri piccoli e saggi villaggi del pianeta. Come dire: ‘sta faccenda di cattolicesimo e islam sembra un po’ come la storia del bue che da del cornuto all’asino.

Supponiamo, infine, che durante la prigionia sia scattato in Silvia quel fenomeno psicologico, ormai noto agli esperti, del carcerato che si avvicina e familiarizza con i carcerieri al punto tale da sentirsi sempre più parte del gruppo. Stiamo parlando di un meccanismo di sopravvivenza istintivo che può scattare nella mente umana in certe condizioni più di quanto si possa immaginare.

Ebbene, in quest’ultimo caso preso in esame, ritengo che non abbia comunque senso un’eventuale forzatura da parte di chicchessia perché Silvia torni al passato o, detta ancora meglio, diventi ciò che qualcuno vuole che lei diventi, a meno che non presenti uno stato mentale pericoloso, per se stessa o per gli altri. La vita deve andare sempre avanti, mai indietro. Forzare ciò, anziché lasciare che Silvia resti musulmana piuttosto che cambi religione altre cento o mille volte nella vita, significherebbe sostenere che Silvia va bene se è cattolica, ma non va bene se è una “convertita all’islam”.

Siamo di fronte ad un ragionamento non laico, ma frutto di un altrettanto pericoloso estremismo religioso, è evidente. Ed è l’estremismo che bisogna curare, nelle religioni come nella politica. Non esiste un estremismo buono di sinistra e uno cattivo di destra, o viceversa. Gli estremisti sono tutti uguali e non portano mai niente di buono a nessuno.

Silvia è libera, felice e musulmana in questo momento? Benissimo! Sono fatti suoi, e fine del discorso. Questo detto da una che non è né cattolica né musulmana, e mai lo diventerà.