Perché l’Italia ha il record delle evasioni fiscali?

In I miei Editoriali, Timbro e firma by Hagar Lane

DOMANDA: L’Italia è prima in Europa per evasione Iva in valore nominale (33 miliardi di euro). Come mai non si pensa ad agire concretamente in modo da limitare questa evasione?

D’istinto risponderei: “Perché non si può strozzare un popolo di tasse e pretendere pure che le paghi”. L’Italia ha scelto di fomentare nei lavoratori autonomi la via dell’illegalità, perché l’alternativa è chiudere i battenti. Più esattamente potremmo dire che lo Stato Italiano commette un vero e proprio reato di istigazione a delinquere nei confronti del popolo, ma non è condannabile per questo.

Per combattere l’evasione fiscale bisogna abbassare le tasse ad un livello umano e accettabile, potenziare contemporaneamente i controlli e condannare a pene severe chi evade comunque. Semplice, no? Dove sta il problema? I problemi sono fondamentalmente due:

  1. Tutto il controllo è incentrato sui commercianti e liberi professionisti. I grandi evasori, però, sono le aziende, che evadono cifre infinitamente più grandi di costoro, ma per le aziende non c’è praticamente pena. Le leggi consentono di falsificare i bilanci senza problemi (è stato declassato a semplice reato amministrativo), che significa per definizione “falsifica ed evadi le tasse”.
  2. Il 90% e più dell’azione della guardia di finanza è buttata nel cesso dai governi, nessuno escluso. È scandaloso che in campagna elettorale starnazzino tutti dicendo: “Mai più un condono fiscale per gli evasori!”, e sistematicamente si forma un nuovo governo e la prima cosa che si legifera è proprio il condono fiscale. E i tanto puri del M5S e della Lega? Loro hanno superato tutti, a parole (starnazzi) e nei fatti, perché in appena un anno non hanno fatto un condono fiscale ma addirittura 3 (TRE).

Andiamo alle cause di tanta evasione, che sono molteplici:

  1. Nei CDA (Consigli di Amministrazione) delle aziende siedono politici di tutti i tipi e/o ganci strettissimi coi partiti. Dovrebbe essere vietato per legge, ma non lo è, perché i politici vogliono avere la garanzia… non solo delle poltrone in Parlamento… ma di quelle dorate presenti in tutti i contesti sociali produttivi e di potere del Paese, quindi nelle grosse aziende. È in queste poltrone che vengono sistemati a peso d’oro i politici segati o non votati, che da quelle poltrone continueranno ad esercitare il potere a nome e per conto del partito che li ha sistemati. Capiamo bene che si crea un conflitto di interessi gigantesco su tutto, compreso sull’evasione. CONFLITTO DI INTERESSI? Esatto! Quella famosa legge di cui si discute da quasi 30 anni ormai, e che non riguarda affatto solo Berlusconi, ma mille aspetti mai spiegati in TV da nessuno, come la presenza dei politici nei CdA delle banche e delle più grosse aziende, che è una delle cause fondamentali della rovina dell’Italia. Nessun governo vuole fare la legge sul conflitto di interessi. Nessuno! Famosissimo divenne il caso di D’Alema che per non farla s’inventò addirittura la bicamerale. Nessun partito vuol fare una legge, cioè, che tolga da sotto il loro culo le poltrone vere, imbottite di soldi e potere, e milioni di volte più numerose di quelle del parlamento: le poltrone dei CDA delle imprese. È su quelle poltrone che si sistemano a vita, e da quelle poltrone governano la macchina che da lavoro ad amici e parenti, ricordiamocelo.
  2. Siamo reduci da 25 anni di berlusconismo, che davvero ha smantellato tanto del concetto di legalità nel mondo del lavoro. Ricordiamo la famosa frase che disse Berlusconi al riguardo: “Le aziende fanno benissimo ad evadere le tasse”, dimenticando che ci sono piccoli commercianti che anche per un euro di evasione fiscale si sono visti chiudere forzatamente il negozio. Ricordiamo le tante cause per evasione fiscale affrontate da Berlusconi e superate brillantemente grazie alla prescrizione e a leggi ad hoc che i governi dello stesso Berlusconi creavano volta per volta. Bisognerebbe, quindi, azzerare tante leggi fatte da Berlusconi e che consentono di fare reati fiscali d’ogni tipo perché tanto sono semi-legali ormai (si rischia una multa ma non è più reato penale) o per i quali fra condoni e prescrizioni non si pagherà nemmeno la multa se non in minima parte. Ma non dimentichiamo che è solo ora, dopo 25 anni, che Forza Italia sta avendo un vero calo di consensi. Berlusconi ha governato in Italia sempre negli ultimi 25 anni, compreso nel governo Renzi, col famoso patto segreto del Nazareno. Come dire: ora c’è molta meno caciara attorno alla figura di Berlusconi, ma nella sostanza la destra è sempre stata con lui e la sinistra… ancor più della destra: da D’Alema a Bersani, e da Prodi a Renzi, per capirci.
  3. I punti 1 e 2 sono stati così devastanti da portare la situazione dell’evasione fiscale in Italia ai massimi livelli mondiali, non solo europei. Tornare indietro non è più cosa facile, perché nel frattempo è stata creata una nuova abitudine negli italiani: evadere (per scelta, perché protetti dagli stessi politici e partiti, o per necessità). Ecco che gli italiani continueranno ad evadere ancora a lungo dal momento che gli individui vivono di abitudini, e non conta la cifra che si evade o la motivazione per la quale si evade. Per cambiare una mentalità diffusa… ce ne vuole! Servono almeno altri 25 anni di cambio di rotta su tante cose, dove alla base c’è la necessità di sradicare dal tessuto produttivo del Paese la gramigna, che sono i politici e i partiti (legge sul conflitto di interessi) e poi fare il resto che serve per cambiare le regole sociali. Quindi attendere pazientemente che la nuova mentalità fiorisca nelle generazioni future.
  4. Non ultimo c’è il problema dell’informatizzazione, perché la lotta all’evasione fiscale si fa con l’informatica, non con orde di finanzieri appostarsi fuori dai panifici e chiedere l’esibizione dello scontrino a quanti escono dal negozio con un filone di pane. Sembra una cavolata, e invece l’Italia è rimasta davvero indietro su tutto quanto è informatizzazione. Basti pensare che gli uffici di collocamento e molti altri enti pubblici hanno dei database locali e non centralizzati a livello nazionale. Roba da rabbrividire. Sull’informatizzazione, come sui treni e mille altre cose, abbiamo perso circa 30 anni di tempo, e ora servono valanghe di soldi e un’enorme capacità e volontà politica per recuperare il tempo perduto e rimetterci al passo coi tempi. Si può fare questo in un Paese dove siamo sul podio mondiale non solo per l’evasione fiscale ma soprattutto per il livello raggiunto di corruzione? NO! Ed ecco che esce fuori che la legge anti-corruzione e quella sul conflitto di interessi erano e sono davvero le due leggi fondamentali che necessita l’Italia da sempre, e che l’una ha bisogno dell’altra per sostenersi. Col ministro Bonafede è stata fatta una legge spazza-corrotti che fa ridere i polli (si veda caso Formigoni per capire la sostanza vera della legge). Vedremo presto se anche la legge sul conflitto di interessi che vuol fare il M5S sarà un’altra pagliacciata o no. Siamo sempre più come quei Paesi dell’Est dei quali diciamo peste e corna: i pesci grossi possono fare sempre più ciò che vogliono, mentre i piccoli subiscono la mattanza se solo sgarrano di una virgola. Voglio dire che la via più facile per andare verso il fallimento e la dittatura moderna (apice di corruzione, illegalità e ingiustizia) è anche questa, per non dire che è principalmente questa. E noi la stiamo seguendo imperterriti, da anni, fingendo di non sapere dove porti.