Esiste la Giustizia?

In I miei Editoriali, Timbro e firma by Hagar Lane

Rispondo estraendo una carta: l’Arcano Maggiore della “Giustizia” dei Tarocchi. Ebbene sì, da qualche anno studio i tarocchi: i Tarocchi di Marsiglia restaurati di Jodorowsky, (il Sole), i Tarocchi di Crowley, (la Luna), i Tarocchi Illuminati e altri ancora. I più difficili da studiare sono, per me, i Tarocchi Egizi, ma non c’è fretta, dico sempre io.

Non sono una cartomante, né mai lo sarò. Leggo i tarocchi solo a me stessa e a nessun altro, e li studio perché sono un concentrato straordinario di simbologia sul Viaggio dell’Eroe: il Mito Occidentale che ci accomuna tutti. Sono fortemente simbolici sotto ogni punto di vista: nelle immagini, nelle forme, nei colori, nelle geometrie e nella numerologia.

I Tarocchi non si devono MAI usare per prevedere il futuro, a nessuno, e men che mai per far soldi. Jodorowsky non ha mai preso un centesimo quando ha letto i tarocchi alle persone, fossero anche grandi Capi di Stato, per capirci. I Tarocchi sono l’espressione del proprio inconscio. Quando ne ho avuto la prova, vedendo che diversi mazzi di Tarocchi rispondevano allo stesso modo alla mia domanda… beh, non ho più smesso di studiarli.

Detto questo, andiamo alla domanda sulla Giustizia. Ecco la carta di cui parli (Tarocchi di Marsiglia restaurati di Jodorowsky):

Osservala bene. Noti qualcosa di strano?

La spada non è perfettamente perpendicolare, ma pende leggermente verso destra, vero? Anche i piatti della bilancia non sono in equilibrio, se ci fai caso, perché il piatto di destra pende più verso il basso di quello di sinistra. Allora dirai: “Beh, sarà perché è stato emesso il giudizio, tipo raccolta dei sassolini a Forum”.

In realtà in tanti interpretano il ginocchio sinistro e il gomito destro come una “truffa” messa in atto dalla Giustizia per taroccare il giudizio finale. Vien da pensare: “Sta grandissima zoccola…”. Anch’io l’ho pensato la prima volta, perché sembra proprio che la Giustizia sollevi nascostamente col ginocchio il piatto sinistro della bilancia per far pendere più verso il basso il piatto destro. Ammettiamo che sia così, e magari lo è davvero.

Il significato profondo di tale, eventuale, manomissione della verità (umana) da parte della Giustizia, ci dice, intanto, che la simmetria è simbolo di imperfezione nella nostra dimensione esistenziale, e non di perfezione, come spesso di pensa. Il suggerimento che la carta ci da è di non ricercare la perfezione, dunque, perché la perfezione non fa parte del nostro mondo. Su questo piano esistenziale, infatti, tutto è perfetto nella sua imperfezione, che è continua e riguarda ogni cosa, nessuna esclusa.

La carta ci mostra volutamente una giustizia ingiusta, giacché gomito destro e ginocchio sinistro della Giustizia fanno pendere la bilancia dal lato che Lei, la Giustizia, ha deciso, come la giustizia non fosse qualcosa di oggettivo, meramente legato agli eventi, e men che mai legato al nostro concetto di giustizia, né è realmente deciso dagli uomini, per quanto possa sembrarlo. Il giudizio della Giustizia va al di là di noi, che siamo esseri giudicati e giudicanti insieme, e che ci illudiamo di star giudicando, come di essere giudicati da altri come noi. La vera Giustiziai non è in ciò che appare, quindi, dove noi crediamo di essere i protagonisti indiscussi del giudizio, ma in ciò che sta dietro l’apparenza, in quel piano invisibile che spesso non cogliamo come piano esistente e ben più importante del piano visibile.

Talvolta la Giustizia (umana) deve essere “ingiusta” con noi per favorire la nostra crescita interiore, la nostra evoluzione spirituale, che altrimenti risulterebbe essere bloccata. E perché questo? Perché i tarocchi ci parlano del nostro Viaggio dell’Eroe, dove tutto è lecito usare, se utile al nostro viaggio (leggi: anche una giustizia profondamente ingiusta sul piano umano).

Alla bellissima spiegazione di Jodorowsky che si può leggere sotto, aggiungo una nota personale riguardo il mutra rappresentato dalla posizione delle dita della mano destra della Giustizia. Quel mutra simboleggia la perfezione del fiore di loto, che può sbocciare anche dopo diverse migliaia di anni. Il loto non può aprirsi se non riceve molti urti dalle pietre e dalle rocce (leggi: dolore). Ma il fine ultimo non è mai la sofferenza (l’ingiustizia percepita), bensì qualcosa di molto più grande, nobile e a fin di bene. Così il loto, da fatica, dolore e pazienza, vien fuori un giorno dal fondale di una palude malsana, mostrando a tutti la sua incredibile bellezza.

La carta della Giustizia ci esorta a scrollarci di dosso il giudizio verso la giustizia, che è sempre ingiusta, per definizione. La Giustizia, infatti, è un costrutto umano, che cambia incessantemente nello spazio e nel tempo e, come tale, non può che essere falso. La carta ci esorta a cogliere il messaggio profondo che l’esperienza di trovarsi faccia a faccia con la Giustizia vuol trasmetterci, anche e soprattutto quando, sul piano umano, appare profondamente ingiusta.

Ciò che conta, infatti, non è La Giustizia (umana), ma Il Giudizio, ossia l’Arcano Maggiore n.20 dei Tarocchi, che precede l’arcano de Il Mondo, simbolo della fine del viaggio e raggiungimento della propria realizzazione interiore, o salto di coscienza che dir si voglia.