La scelta del nome “Hagar”

In La Voce di Hagar, Timbro e firma by Hagar Lane

Voglio raccontare da dove ha avuto origine il mio pseudonimo: Hagar. Tanti anni fa curavo un blog che aveva un grande seguito – l’HAGAR Blog – e oggi Hagar da il nome al mio nuovo sito e firma il mio primo romanzo fantasy-storico, Cavalier Hak.

Diciamo, prima di tutto, che Hagar è un nome di donna, ed è un nome biblico, presente nella Genesi (cap. 16). Mi colpì moltissimo quel passo quando lo lessi.

Gli ebrei scrivono Hagar senza la H (Agar) mentre i musulmani scrivono Agar con l’H (Hagar). Io ho scelto Hagar semplicemente perché trovo sia un nome esteticamente più bello di Agar. Inoltre, la lettera “H” è l’unica lettera muta del nostro alfabeto, e questo ha necessariamente un significato profondo.

Nella Genesi, con riferimento agli avvenimenti che riguardano il triangolo amoroso “Abramo-Sara-Hagar” – non saprei come altro definirlo – si parla di padroni e schiavi. Si parla di matrimonio, ma anche di rapporti extraconiugali, e di maternità nella sua duplice veste: desiderio e gioia da una parte, interesse e problema dall’altra. Si parla del rapporto tra fratelli e, prima ancora, di quello tra genitori e figli. C’è il tema del rifiuto, e il tema del viaggio, che rimanda al mito centrale della cultura occidentale, e cioè a Il Viaggio dell’Eroe.

Ancora, in quel passo biblico vi sono i temi della fatica e della disperazione, come quelli della libertà e della speranza, ma anche della ribellione e del riscatto. C’è il tema della fede, ma soprattutto quello della giustizia divina. C’è il tema del dolore, della morte (simbolica) e della rinascita (resurrezione). In quel passo, insomma, c’è quasi tutto ciò che serve per descrivere l’animo umano, la famiglia e la società dei giorni nostri.

Hagar è tutto questo ma, prima ancora, è il nome che mi aiuta a non dimenticare la potenza del deserto. Ora il racconto dell’incredibile storia di Hagar, con un finale che sarà ‘a sorpresa‘, credo, per molti di voi.

Ismaele è il figlio “illegittimo” di Abramo, nato dall’unione di questi con Hagar, schiava al servizio di Sara, moglie di Abramo. Sara, certa di non poter avere figli in quanto sterile e molto anziana, acconsente all’unione del marito con Hagar al fine di dare continuità alla stirpe di Abramo. Da quell’unione nasce, quindi, Ismaele.

Un giorno, per intercessione divina, Sara rimane incinta di Abramo, e genera Isacco. Sara concepisce Isacco come unico figlio legittimo ed erede di Abramo, sicché chiede ad Abramo, e ottiene, che Hagar e Ismaele vengano cacciati di casa. Abramo una mattina alla buonora consegna ad Hagar un pezzo di pane e un otre d’acqua e la manda via, assieme ad Ismaele, che era figlio di Hagar quanto suo.

Hagar e Ismaele si perdono nel deserto di Bersabea, dove si ritroveranno soli, disperati e senza più una goccia d’acqua nell’otre. Hagar, certa che ad attenderli vi fosse la morte, adagia Ismaele sotto un cespuglio e siede di fronte a lui, ma “alla distanza di un tiro d’arco” dice il testo, perché non vuole assistere alla morte del figlio. Ma ecco che all’improvviso appare un angelo del Signore, che chiama Hagar e le chiede ragione del suo sconforto. Hagar smette di piangere e, riaprendo gli occhi, vede che lì vicino c’è un pozzo d’acqua che prima non c’era. Fa subito dissetare Ismaele e poi se stessa, quindi riempie l’otre di acqua e si rimette in viaggio.

Alla fine Hagar ed Ismaele si salveranno e condurranno la loro vita nel deserto.

Ismaele, dice la Bibbia, diventerà “un tiratore d’arco”, e da lui avrà origine una nazione eguale per grandezza a quella generata da Isacco, suo fratello. Stiamo parlando del popolo musulmano (Ismaele) e di quello ebraico (Isacco), per chi non lo sapesse. Ecco, capite bene che su quel passo biblico si potrebbe discutere per giorni, affrontando temi importantissimi. Ritengo, infatti, che sia ricchissimo di contenuti sui quali si dovrebbe riflettere.

Hagar è la figura più misteriosa e controversa della Bibbia a detta di molti, giacché appare evidente che in realtà tutto era, Hagar, fuorché una schiava. Inserisco solo uno dei tanti articoli presenti in rete che trattano questo tema: “Agar: la moglie egiziana di Abramo”

Il nome Hagar è oggi più importante che mai, giacché è stato scelto come simbolo dalle donne musulmane che lottano per avere riconosciuta la piena parità di diritti rispetto agli uomini. Se a tale lotta si unissero anche le donne cristiane… non sarebbe male, dico io.

Insomma, se si studia profondamente il personaggio di Hagar, si comprende come quello sia uno degli pseudonimi più belli e ricchi di significato che si possa scegliere nella vita. E, infatti, io l’ho scelto.

 Vostra, Hagar