Cavalier Hak & Andrea Zanotti: Recensione

In *Recensioni, Cavalier Hak by Hagar Lane

Oggi mi sono un po’ commossa, perché ho letto la recensione che Andrea Zanotti (alias: Dr. Zinu) ha scritto per il mio romanzo, Cavalier Hak. Riporto qui di seguito la bellissima recensione scritta in Infiniti Mondi, che potete leggere nel portale Scrittori Indipendenti cliccando nel link al sito che riporto in fondo al testo o cliccando direttamente QUI.

RECENSIONE
Oggi vi presento Cavalier Hak, l’opera d’esordio di Hagar Lane. I più attenti si saranno accorti che si tratta di un’autrice da poco entrata nel nostro gruppo di recensori. Non mi dilungherò nella mia solita premessa, perché, mai come in questo caso, non credo possano sussistere dubbi sulla bontà dello scritto, escludendo a priori ogni possibile forma di influenza e favoritismo. Provare per credere! Poi, chi ha avuto modo di conoscermi in questi anni sa che sono un barbaro rozzo e insensibile, un nordico dal cuore di ghiaccio, incattivito ancor più dall’isolamento anti-coronavirus. Quindi non perdiamo altro tempo e vediamo di capire cosa ha da offrirci questo romanzo fantasy che strizza l’occhio ai rigori del romanzo storico.
Si tratta di un’opera ispirata, che è al contempo romanzo e saggio, un viaggio iniziatico ricco di spunti di riflessione e trasposto in un medioevo alternativo che tanto attinge dalla ciclicità della storia umana, da risultare assolutamente attuale. Non che ci fossero dubbi sul bagaglio di conoscenze e sulla preparazione storica dell’autrice, è sufficiente leggere le sue recensioni per rendersene perfettamente conto, ma dalle pagine del romanzo traspare ancor più, arricchendo ogni aspetto del racconto.

A fine libro avremo anche la possibilità di scoprire, capitolo per capitolo, le fonti che hanno ispirato l’autrice. Una bibliografia di grande impatto e dalla quale possiamo comprendere la poliedrica formazione di Hagar Lane.
Tale preparazione consente alla scrittrice di allestire uno scenario che, pur risultando fedele specchio di un medioevo ricostruito alla perfezione, non è mai ridondante, ma rimane, educato sullo sfondo, lasciando libero sfogo al protagonista assoluto, Cavalier Hak, che da il titolo all’opera.
E di un cavaliere del tutto particolare stiamo parlando, anzitutto perché è donna che ama altre donne, e si muove in territori dove l’ombra dei pregiudizi è quanto mai gravosa e tende a mutare con preoccupante frequenza in condanne e scomuniche.
Hak è un gran bel personaggio, forte, caparbio, visionario e determinato quanto basta per entrare di diritto nell’immaginario collettivo. Una donna capace di trasporre in realtà i propri desideri e le proprie aspirazioni.
Dedita tanto alla riflessione filosofica quanto all’azione, perché un pensiero che resta a lievitare nella mente razionale senza concretizzarsi in comportamenti atti a realizzarlo è solo una perdita di tempo.
Ma torniamo a noi, perché ad affiancare Hak e il suo desiderio di modellare questo universo nella sua personale Utopia troviamo tanti personaggi particolari, uno su tutti mi ha molto colpito, la strega pagana Mercuria. Una sorta di consigliera che calza a pennello con la definizione di Spirito del Profondo, una risorsa interiore che prende corpo in una donna affine alla protagonista e capace di far evolvere Hak e di limarne le intemperanze. Una Guida depositaria di antico sapere, fiera e indipendente, incapace di sottostare a qualsivoglia imposizione che contrasti con la propria Via. Il romanzo è del tutto particolare. La narrazione altrettanto. Molte le parti narrate, quasi ci trovassimo innanzi a una composizione a volte poetica, più spesso fiabesca. L’autrice infatti affronta con leggerezza encomiabile argomenti che sono tutt’altro che leggeri. Una fiaba per grandi e piccini, con diversi livelli di lettura, come solo i grandi romanzi sanno fare.
Misticismo, scienza e mitologia formano una triade inscindibile, ogni aspetto della quale non può prosperare a prescindere degli altri. E a questa andremo ad affiancare azioni belliche, cospirazioni e tradimenti, insomma di tutto e di più.
Sembra quasi impossibile che nelle 300 pagine del romanzo (che in realtà racchiude due parti ben distinte) ci possa essere spazio per così tante vicende e così vasti approfondimenti.
Hak si troverà da cavaliere errante a rivestire il ruolo di guida, Re del Drasco delle Scienze, con le naturali conseguenze che un tale cambio di responsabilità comporta.

Eppure la sua parabola ascendente risulta sempre credibile, le sue azioni sempre coerenti con i suoi convincimenti più profondi. Affascinante e vario rimane lo scenario nel quale la protagonista si muove edificando il proprio ideale etico-politico. Non mancano l’azione e l’introspezione, i colpi di scena e le crisi interiori derivanti dall’affrontare situazioni che appaiono insuperabili. Insomma, Hagar Lane dosa tutti gli elementi fondamentali con grande maestria. Sembra impossibile si tratti di un romanzo d’esordio.
Di certo siamo innanzi a un fantasy del tutto particolare, nel quale lo spazio è equamente diviso fra la riflessione, la visione di un mondo diverso e possibile, e la concretezza delle scelte seguite da Hak per realizzarlo.
Grande cura all’editing e tendenza dei refusi allo zero completano un romanzo che mi sento di consigliare vivamente a tutti gli amanti delle belle letture.
♦♦♦♦♦
Qualche mio commento sulla Recensione.
Andrea mi ha ONORATO presentandomi come “una persona dalla formazione poliedrica” e dicendo di Cavalier Hak che “non sembra affatto l’opera prima di un autore”. In effetti per scrivere Cavalier Hak ho messo in campo tutta me stessa o, come dico io: “ci ho messo anima e budella”.

… Il romanzo è del tutto particolare. La narrazione altrettanto. Molte le parti narrate, quasi ci trovassimo innanzi a una composizione a volte poetica, più spesso fiabesca. L’autrice infatti affronta con leggerezza encomiabile argomenti che sono tutt’altro che leggeri. Una fiaba per grandi e piccini, con diversi livelli di lettura, come solo i grandi romanzi sanno fare…

Parole stupende, perché sintetizzano l’obiettivo principale che mi ero preposta con Cavalier Hak: scrivere una storia che trattasse temi delicatissimi e pieni di orrore con la stessa leggerezza e sapienza che solo Roberto Benigni è ancora riuscito a fare, nel suo capolavoro da Premio Oscar, “La vita è Bella”. Benigni l’ha fatto trattando il tema della Seconda Guerra Mondiale e i campi di sterminio nazisti. Io ho provato a farlo con riferimento al tema dell’Inquisizione nel periodo in cui la Chiesa Cattolica si era eretta a potere sovranazionale indiscusso e potentissimo, a capo degli Stati di mezzo mondo. Fu così che la Chiesa generò il più grande sterminio della storia dell’umanità, superiore per orrore e dimensione al massacro degli Indiani d’America e a quello della Seconda Guerra Mondiale ad opera di Hitler e Mussolini.

Andrea scrive ancora: … Sembra quasi impossibile che nelle 300 pagine del romanzo (che in realtà racchiude due parti ben distinte) ci possa essere spazio per così tante vicende e così vasti approfondimenti…

Era, quella di cui parla Andrea, un’altra delle difficili sfide che mi ero lanciata: scrivere un’ambientazione diversa per ogni capitolo, perché l’intero mondo Medievale e Rinascimentale giungesse al lettore in tutte le sue sfaccettature. Così ho fatto per ben 80 capitoli. Sopra ogni cosa, poi, doveva regnare “la sintesi”, quella vera, severa, che non lascia spazio ad alcuna frase priva di significato profondo, celato o meno che sia. Ogni capitolo del libro volevo stimolasse la riflessione nel lettore, perché le chiavi di lettura di Cavalier Hak sono tante e su più livelli.

Grazie di cuore, Andrea.

Link alla recensione si Scrittori Indipendenti: RECENSIONE di CAVALIER HAK