La Battaglia di Aquirama: Giorno e Notte

In Recensito da me, Timbro e firma by Hagar Lane

Eccoci qui con la recensione ad un altro romanzo fantasy. Questo è scritto da Andrea Zanotti, l’amministratore di Infiniti Mondi, il sito col quale collaboro da qualche tempo. Con gioia ho voluto leggere uno dei suoi libri, perché ritengo innaturale instaurare una collaborazione tra scrittori senza essersi conosciuti attraverso le proprie opere.
La recensione la trovate pubblicata anche in Scrittori Indipendenti, cliccando sul link o sull’immagine di copertina del libro.

QUARTA DI COPERTINA
Orde di cavalieri selvaggi del Quarto dell’Aria da una parte, Legioni del Quarto della Terra dall’altra e Aquirama nel mezzo.
La città Stato capace di mantenersi indipendente dalla sua fondazione, che la leggenda vuole sia avvenuta per opera del divino Dragone Rosso Stige, è sull’orlo del baratro. Riuscirà il Drakoi, suprema guida spiritale e militare, ad avere la meglio sui nemici esterni e su quelli che tramano all’interno stesso delle mura cittadine? In un giorno e in una notte la storia millenaria della città potrebbe essere sconvolta.
La Battaglia di Aquirama è un military fantasy autoconclusivo che vi farà vivere ora per ora gli sviluppi di questo scontro in un crescendo di violenza e drammaticità che nell’arco di un giorno e una notte deciderà le sorti di migliaia di persone.

 

RECENSIONE:
La Battaglia di Aquirama: Giorno e notte è un romanzo fantasy scritto e autopubblicato nel 2015 da Andrea Zanotti, autore di molti libri e racconti fantasy. Qui il link alla Pagina Autore di Andrea Zanotti. Il romanzo, di 312 pagine, è presente in Amazon, sia in formato cartaceo (prezzo: € 11,98) che ebook (€ 2,49).
La prima cosa che mi ha attratto del libro è stata la COPERTINA, perché trovo sia bellissima, soprattutto per la predominanza del color seppia.
Prima di entrare pienamente nell’analisi del testo, faccio una nota ad una perla che ho incontrato nel libro. Mi sto riferendo alle POESIE che aprono i capitoli del romanzo. Da “Simbiosi” a “Il giorno più lungo”, dico che sono poesie incredibilmente calzanti con la storia, potenti e di grande impatto. Complimenti al poeta, Gioacchino Caruso.

Altra cosa che apre i capitoli e che ho apprezzato è la MAPPA. Nella sua semplicità, a me è piaciuta.
Diciamo, prima di tutto, che il libro è scritto in un italiano impeccabile, e non credo serva aggiungere altro.
Entriamo nel vivo della storia ora, proprio come fa l’autore, che catapulta il lettore sin dalle prime pagine nella tensione e nei momenti immediatamente precedenti la guerra. Com’è mia abitudine, mi soffermo solo su alcuni aspetti salienti del romanzo.
Mi è piaciuto leggere che sin da subito il Drakoi – custode di Aquirama, nonché Generale e Sommo Maestro dell’Ordine del Dragone Rosso – dinanzi al pericolo incombente su Aquirama, rifletta sulla scarsa moralità presente da tempo nella Città Sacra, sul fallimento della diplomazia e, persino, sulla corruzione che, in ultima istanza, non era apparsa più in grado di mantenere le varie fazioni in equilibrio tra loro. 
L’autore mostra di avere il dono della sintesi, che io amo moltissimo, e tanto più quanto più un romanzo è complesso e ricco di personaggi, perché significa far comprendere al lettore, con poche frasi, la personalità dei personaggi, piuttosto che far intuire con poche pagine tutto quanto è, come in questo caso, all’origine della guerra che sta per scoppiare. Ci mostra, ad esempio, il popolo di Aquirama come composto di trentamila anime, fra sacerdoti-guerrieri, schiavi e, non ultima, una casta di mercanti che nel tempo si era fatta sempre più avida, e che voleva la guerra perché incapace di rinunciare, anche in minima parte, alle proprie ricchezze. Con poche frasi l’autore fa intuire al lettore tutto il “non detto” della storia.
Il Quarto dell’Aria e il Quarto della Terra vogliono conquistare Aquirama, che decide di non consegnare le chiavi della città a nessuna delle due fazioni nemiche di Aquirama, ma anche nemiche tra di loro. Così è, infatti, nel gioco delle alleanze e dei tradimenti che caratterizzano ogni guerra, fantasy o reale che sia. La votazione del Senato decreta che Aquirama scenderà in guerra contro i propri nemici, nella speranza che il Dragone Rosso, fondatore di Aquirama, sarebbe giunto al momento opportuno a salvarli.
Questo fantasy mette in scena, tra l’altro, una guerra fra i 4 elementi che compongono la vita di ogni essere vivente, compreso quella del pianeta Terra: l’elemento terra, l’elemento acqua, l’elemento aria e l’elemento fuoco. Gli elementi Terra e Aria sono anche riportati nella mappa. L’elemento Acqua lo incontreremo andando più avanti nella storia. E l’elemento Fuoco, dirà qualcuno di quanti hanno già letto il romanzo? Sembra non essere presente, ma in realtà lo è, eccome, giacché la guerra in sé rappresenta l’elemento fuoco, e fuoco è presente a volontà anche nei vari campi di battaglia.

È incredibile come l’autore sia riuscito a rappresentare fisicamente i 4 elementi nel modo più consono alla loro natura, simboleggiata, per me, dal loro stesso nome. Mi sto riferendo, ad esempio, al diverso tipo di guerrieri che compongono il Quarto della Terra e il Quarto dell’Aria: legioni regolari e ordinate quelle di Terra; tribù selvagge e dei tipi più strani quelle dell’Aria. Anche il comportamento delle due fazioni nemiche di Aquirama rispecchia ad arte la differenza fra terra e aria: statiche e ordinate le truppe di Terra; imprevedibili, veloci e disordinate quelle dell’Aria.
Spiccano, per me, tra le tribù dell’Aria le Capre Nere, che ho amato moltissimo. L’autore ci mostra chiaramente cosa sia l’Amore vero quando mette in scena momenti intensi di combattimento e protezione reciproca tra due membri della tribù delle Capre Nere, che si amano al punto da rischiare continuamente la vita l’uno per l’altra.
Laddove il contesto appare, cioè, più selvaggio, sregolato e a tratti animalesco, ecco che cogliamo le uniche scene di amore puro tra un uomo e una donna. La contrapposizione, evidente e forte, è con lo squallido sentimento che lega, al contrario, un ricco mercante e la propria moglie, dove non manca il sesso fra i due, ma nemmeno le menzogne e i tradimenti.
Ho amato molto anche la tribù delle Amazzoni, perché l’autore ha mostrato, attraverso i variegati personaggi della storia, tutte le sfaccettature del maschile e del femminile presenti negli uomini e nelle donne, che è un compito fondamentale, ritengo, di ogni fantasy. Per troppo tempo nei romanzi fantasy, e ancor di più nei military-fantasy, le donne non si sono fatte nemmeno avvicinare ai campi di battaglia. Io ritengo, invece, che sia fondamentale farlo, per avvicinare il pubblico femminile ad un genere letterario che è stato loro quasi totalmente precluso fino a poco tempo fa. Gli uomini non amano leggere storie con sole protagoniste donne, come le donne non amano leggere storie con soli protagonisti uomini, anche se si parla di un libro di guerra o un military-fantasy. Bravissimo Andrea Zanotti, al punto che le scene riguardanti le Capre Nere e le Amazzoni sono state quelle che mi hanno coinvolto di più nella lettura. E non è un caso, evidentemente.
E nel Quarto della Terra? Anche lì abbiamo una bellissima storia d’amore: quella tra un padre e il figlio. Dotrik, sovrano illuminato e migliore di tanti altri, mette a rischio l’esito della guerra per salvare il proprio figlio, quando scopre che è in pericolo. Ancora una volta, ho trovato intelligente l’intreccio che l’autore ha fatto di fantasy e realtà con riferimento all’animo umano, dove c’è ampio spazio per le contraddizioni se vi sono di mezzo sentimenti veri e profondi, fra un uomo e una donna, come fra due amici o, come in questo caso, fra un padre e il figlio.
Fortemente simbolico mi è apparso il combattimento all’ultimo sangue tra il Drakoi e il gladiatore, che era pur sempre uno schiavo. Ho visto nella storia la sintesi perfetta di due mondi che si scontrano, in grande come in piccolo. Sul piano esteriore, in grande, assistiamo, infatti, allo scontro sul campo di battaglia di tanti schieramenti, l’un contro l’altro armati. Ma dal punto di vista interiore, nel piccolo, la stessa guerra viene simboleggiata dalla lotta feroce tra il più grande degli uomini e il più misero di essi. Tutto il romanzo ruota attorno alle contrapposizioni, come ogni guerra, vera o fantasy che sia, fa emergere.
Andiamo ai Sommi Elementali, della Terra e dell’Aria. Sono delle forze sovrumane, potentissime e arcaiche, che compaiono nella parte finale della storia, simbolo di un uomo che non riesca nelle guerre, contro se stesso o contro la natura, ad avere mai l’ultima parola. Questo nonostante l’uomo abbia il potere di evocare le forze superiori, come ci insegnano le più antiche tradizioni sapienziali. Quando tali forze si risvegliano, però, l’uomo deve piegarsi al loro volere, dal momento che l’uomo può evocare tali Forze Magiche (se diviene Maestro), ma non può anche controllarle. Mi è piaciuto molto vedere come l’autore abbia mostrato lo scatenarsi dei Sommi Elementali, che risiedono in egual maniera in tutti e 4 gli elementi di cui ho parlato sopra, e abbia scelto di renderli incontrollabili da parte degli uomini, ivi inclusi i Maestri.
Chi può placare, dunque, la furia dei Sommi Elementali? Ah, beh! Qui Zanotti ha inserito davvero una chicca, che mostra la sua grande profondità d’animo, ritengo. Riporto le parole dell’autore, ma solo un paragrafo e non anche il successivo per non spoilerare troppo: “Riconobbe una giovinetta dalle vesti candide e la chioma corvina, sul dorso di un cavallo parimenti niveo, e capì che era stata lei con la sua aura di quiete ad aver blandito la furia degli Elementali”.
Che dire? Bellissimo. E il paragrafo che segue a quelle parole svela un mistero altrettanto stupendo. Mi fermo qui. Complimenti ad Andrea Zanotti. Il mio voto è 8+.
NB: Non è 9 solo perché avrei voluto leggere un po’ più di dialoghi.